Sinonimi che non lo sono: migrante, profugo e rifugiato

Il seguente articolo, come pure i precedenti, si fonda su un concetto inequivocabile: le espressioni che adoperiamo non sono meno importanti del contenuto che intendiamo veicolare. Questo vale sempre, ma vale soprattutto per chi ha deciso di fare del linguaggio il proprio mestiere. Lo dimostra la nascita, negli anni, di diversi codici deontologici rivolti ai giornalisti (qui scrissi della Carta di Roma), codici volti a tutelare specifiche categorie di attori sociali – in genere, i più vulnerabili, ossia coloro che detengono uno scarso potere sociale e politico. Il concetto di democrazia, in epoca moderna, si è evoluto proprio in questo senso: garantire la tutela delle minoranze.
Se dunque riconosciamo al linguaggio questo valore, dovremo di pari passo convincerci che il lessico ha un proprio peso specifico, e che (senza scomodare Moretti) è necessario quantomeno interrogarsi sulle sfumature di senso che occorrono tra un termine e l’altro.